LE ISOLE UROS SUL LAGO TITICACA

In queste isole c’è pace e serenità, al tramonto l’atmosfera è piena di colori e misticismo.

isole galleggianti sul lago titicaca in perù
lago Titicaca – isole Uros – Luca Oliveri

IL LAGO TITICACA

Al confine tra Bolivia e Perù, il lago Titicaca, a 3812 m sul livello del mare, è il “lago navigabile più alto del mondo” e il più largo in tutto il Sud America. È considerato il luogo di origine degli Inca ed è avvolto da misticismo ed energia. È idealmente il secondo chakra della terra. Ancora oggi, prima di iniziare una navigazione anche breve, viene fatta un’offerta donando alcune foglie di coca alle acque del lago. Si parla di città sommerse e numerosi ritrovamenti di reperti fatti da archeologi subacquei.

LE ISOLE UROS

Le isole galleggianti degli Uros sono isolotti artificiali, attualmente se ne contano 125, costruiti con la totora, una pianta acquatica che cresce spontaneamente sulle rive del Lago Titicaca. Queste isole sono dette “fluttuanti” e possono quindi spostarsi sul lago. Vengono ancorate quando devono rimanere ferme.

Queste isole arrivano ad uno spessore di circa 3 metri. Vengono costruite a partire dalle radici della totora che funzionano da base. Sopra questi blocchi si posizionano i rami della totora stessa che pavimentano il terreno. Con la totora si costruiscono anche le abitazioni e le barche. Un’isola è abitabile per circa 80 anni, dopodiché affonda.

UROS SAMARANA UTA LODGE

Veniamo accolti al porticciolo da Cesar, il padrone del lodge che assieme alla moglie non ci faranno mancare nulla per tutto il soggiorno. Carichiamo i bagagli sulla barca e adagio solchiamo le acque tranquille del lago Titicaca per circa 15 minuti prima di approdare ad Uta Samarana. Ci accoglie il figlioletto di Cesar che da bravo ometto si affanna per tirare la fune della barca e cercare di affrancarla all’isola e permetterci così di sbarcare.

L’affanno dei 3812 metri si fa sentire, non siamo ancora acclimatati. Anche spostare la valigia o fare i 3 scalini per arrivare alla sala da pranzo è faticoso. Ci vorrà qualche giorno e noi dobbiamo acclimatarci in fretta perché non manca molto al trekking sull’Apu Ausangate dove supereremo i 5000 metri.

Sull’isola tutto scorre placidamente col tempo che, in qualche modo, si dilata e permette di prendersi una pausa dalla frenesia quotidiana. C’è tempo per rilassarsi al sole sul terrazzo della propria stanza abbandonati ai suoni della natura. Fino all’ora del tramonto, quando il cielo si incendia di un rosso intenso mentre le cose, le piante, gli animali, il lago stesso si stagliano come silhouette sull’orizzonte infuocato, fa caldo. Ma appena cala il sole diventa davvero freddo.

Ci mettiamo una felpa ed è ora di cena. Ore 19.30, Cesar ci serve dapprima una zuppa di quinoa bollente, poi il piatto principale nella sua variante vegetariana, così come gli abbiamo chiesto prima di arrivare e alla fine un dolce gustosissimo. Da bere purtroppo niente vino, unica vera pecca di tutta la cena, m delle tisane o il te dove possiamo infondere le solite e così comuni in tutto il Perù, foglie di coca essiccate. Prevengono il mal di montagna e qualche giorno dopo le avremmo sfruttate sull’Ausangate.

Quando rientriamo in stanza sono quasi le 20.30 e troviamo una stufa a gas già accesa per noi che riscalda il lodge. Prima di dormire c’è tempo per editare qualche fotografia e poi, spenta la stufa, ci fiondiamo sotto le calde e pesanti coperte.

ESCURSIONI

Il soggiorno prevede la possibilità di prendere parte durante il giorno e al tramonto ad escursioni per conoscere meglio la comunità Uros, usi e costumi. Quest’escursione è direi turistica e in parte mira a spingerti ad acquistare oggetti di artigianato locale per sostenere la comunità economicamente. Decidiamo comunque di acquistare una federa colorata per cuscini e alcune collanine perché era tutto davvero carino.

Lago Titicaca – Escursioni – Luca Oliveri

È quando arriva di nuovo il tramonto che Cesar e la moglie Lucy ci sorprendono portandoci in escursione in barca lungo le placide acque del lago Titicaca. I colori incendiano tutto, il rosa dapprima, il rosso poi rendono surreale l’atmosfera. Il relax è totale ed è una delle esperienze più intense che vivremo in tutto il Perù.

Lago Titicaca al tramonto – Luca Oliveri

3812 metri

Siamo davvero in alto e noi europei non siamo certi abituati a queste altitudini. Per fortuna nei 3 giorni in cui abbiamo soggiornato alle isole Uros ci siamo pian piano abituati, almeno un po’, e alla fine l’affanno che prima compariva anche per sforzi minimi è andato via via attenuandosi.

Sono molto felice di essere stato sul lago Titicaca, proprio qui che alcuni considerano sacro, altri un punto di passaggio di uno dei Chakra della Terra, altri solo il lago navigabile più in alto nel mondo.

Tramonto all’Uros Samarana Lodge – Lago Titicaca – Luca Oliveri

La Rainbow Mountain deserta

La più famosa montagna colorata del mondo è ora deserta. Non più folle di turisti o venditori ambulanti ma il solo epico, spettacolare paesaggio andino e questa vetta che assomiglia ad un arcobaleno

un ragazzo si gode la libertà della Rainbow Mountain
Rainbow Mountain – Luca Oliveri

La Rainbow Mountain tra Quispicanchi e Canchis

Contrasti tra le popolazioni locali sul diritto di accesso ai sentieri che conducono alla famosa Rainbow Mountain in Perù, tra la provincia di Quispicanchi e Canchis, hanno reso la montagna stranamente deserta.

Il monte Vinicunca

Il monte Vinicunca, o più comunemente Rainbow Mountain, è la più famosa montagna colorata del mondo tanto da essere stata, negli ultimi anni, letteralmente presa d’assalto dai turisti.

Situata tra le Ande peruviane, alla vertiginosa altezza di più di 5000 metri sul livello del mare, è tra le attrazioni più famose del Perù, seconda solo a Machu Picchu.

Come un arcobaleno di colori

L’aspetto simile ad un arcobaleno è dovuto al sedimento di vari minerali che sotto i raggi del sole colorano il terreno in strisce d’oro, di lavanda, turchesi e di varie altre sfumature.

La recente scoperta della Rainbow Mountain

Benché la sua esistenza fosse da sempre conosciuta ai locali che la considerano sacra, è solo recentemente che è stata scoperta e resa nota al mondo poiché, a causa dello scioglimento della neve sulla sua cima, si è rivelata in tutti i suoi colori ed inserita, così, dal National Geographic tra “i 100 luoghi da visitare almeno una volta nella vita”.

Così, i turisti che ogni giorno visitavano la Rainbow Mountain divennero quasi un migliaio.

E se lo scenario era epico per la bellezza e particolarità del luogo, allo stesso modo la quantità di turisti, di venditori locali che con Alpaca ammaestrati, bancarelle piene zeppe di ponchi e ogni tipo di souvenir, l’avevano trasformata in un colorato bazar a cielo aperto.

Ecco come si presentava il sentiero di accesso alla Rainbow Mountain fino a poco tempo fa

Le faide tra le comunità locali hanno chiuso l’accesso al monte arcobaleno

In qualche modo la natura però fa il suo corso e da qualche settimana, a causa di una faida sul diritto di accesso alla cima tra le due comunità locali che abitano la zona, il sentiero che conduce alla vetta è stato chiuso dal governatore locale, almeno finché le due comunità non risolveranno i dissidi. E la Rainbow Mountain è tornata ad essere un solitario, bellissimo, spettacolo naturale senza più folle di turisti o venditori ambulanti.

È oggi possibile visitarla solo arrivando da un faticoso ed estremo trekking di più giorni che impegna lo spirito e mette a dura prova il corpo per le condizioni estreme a cui si è sottoposti ma il premio che si vince alla fine del percorso di circa 40km, dopo aver sfidato le rigide temperature notturne in tenda, è il poter godere di tanto spettacolo da soli. E la pace e il senso di contemplazione che si vive lassù fanno capire il perché i locali da secoli considerino quella cima, la montagna Vinicunca, sacra.

due ragazzi in primo piano e la Rainbow Mountain deserta
Ecco come si presenta oggi la Rainbow Mountain: deserta – Luca Oliveri